martedì 4 giugno 2013

Non c'è niente di più bello della propria casa

Ormai più di un anno fa, trovai questa casa dopo solo un mese di ricerca. Chissà se è stata solo fortuna o è dipeso anche dal fatto che quando si vuole fortemente qualcosa si fa di tutto per ottenerla.
Fatto sta che questa casetta mi è piaciuta da subito, per come è disposta (un bel bilocale di circa 45 mq), per l'arredamento (un modestissimo Ikea) e sicuramente anche per le sue pareti colorate. E poi le due stanze affacciano su un ampio balcone esposto a sud, che dà sul bellissimo panorama dei Castelli Romani. E c'è anche un grande terrazzo sul lato opposto con un enorme sgabuzzino. E' a cinque minuti di macchina da dove lavoro e il costo dell’affitto è per me accettabile (seppur al limite massimo del budget che mi ero prefissata).
Ho impiegato una settimana per pulirla tutta, era in condizioni così pietose che, se lo avessi capito subito, avrei chiamato un' impresa di pulizie. Però tutto questo ha contribuito a farmela sentire già un po' mia.
Per non parlare del trasloco. Avevo deciso di portarmi dietro solo poche cose, (a parte tutti i miei libri universitari e gli altri circa 400 libri di narrativa), quindi ero convinta che, avendo giusto quattro stracci di vestiti, sarebbe stata una cosa sbrigativa. Invece ha avuto ragione un mio amico nel dirmi che durante un trasloco, anche se pensi di possedere solo poca roba, ti sembra di portarti dietro un mondo. E' impressionante il numero di cose che saltano fuori, che non immaginavi neppure di avere. Alla fine, per terminare il trasloco ho impiegato mesi. Anche se, in verità, ancora non ho finito.
Ma anche questo infinito trasloco ha contribuito a legarmi alla casa.
Erano anni che desideravo andare a vivere da sola, perché la mia cameretta-gioiello, fedele rifugio per 34 anni, aveva iniziato a starmi stretta.
Certo è che vedere la mia cameretta "ristrutturata", ovvero spogliata di tutto e ritinteggiata, è stato un trauma, anche se vivevo già in un'altra casa. Però allora era ancora una fase di transizione, di spaesamento, quella in cui non sentivo più mia la vecchia cameretta e neanche la nuova casa.
Cosa poi sia successo non lo so.
Ho cominciato a realizzare che sentivo veramente mia questa casa tornando la sera dal lavoro stanca o triste o arrabbiata e improvvisamente mi sentivo meglio. Una sera ero a cena dai miei, dopo una giornata di lavoro, e sono corsa subito a casa, perché mi stavo sentendo male per la stanchezza. Mi chiedevo se avrei fatto in tempo a fare la doccia prima di svenire sul letto, quando improvvisamente, muovendomi in casa mia, ho iniziato a sentirmi meglio. Finché la stanchezza non è addirittura scomparsa.
E così ho finito per rendermi conto che questa mia nuova casa, (che mia non è visto che sto in affitto), è diventato un vero e proprio rifugio in cui posso rintanarmi e sentirmi bene.
E' una casa terapeutica.
Durante il giorno può succedere qualsiasi cosa, ma quando torno qui, nel silenzio di queste quattro, soleggiate mura, mi sento protetta e provo immediatamente un senso di benessere.
Ci penso spesso la sera, quando mi corico nel mio lettone, alla sola luce della lampada sul comodino, e prendo in mano un libro. Quello è il momento migliore della mia giornata. In cui alzo gli occhi dal libro appena preso, mi guardo intorno e mi sento felice.