domenica 24 aprile 2011

La mia passione per il teatro... da dietro le quinte

“Valentina è una bambina molto timida. E’ chiusa, interagisce poco con gli altri bambini, non è predisposta alla socializzazione.” [pagella prima elementare]
Valentina è una bambina molto dinamica ed ogni anno pratica uno sport diverso.
Nuoto.
Pattinaggio.
Ginnastica ritmica.
Ha anche fatto parte delle Coccinelle nei boy scouts.
Ogni anno però abbandona uno sport e ne prova un altro. Sembra che lo faccia perché ancora non ha trovato lo sport che veramente le piace.
Ginnastica ritmica l’ha scelta per lo stesso motivo per cui la scelgono tutte le bambine della sua generazione: il cartone animato Hilary, la cui protagonista volteggia elegantemente con il nastro. Valentina il nastro lo ha provato solo per gioco, perché non ne è previsto l’uso durante il primo anno. E’ brava con la palla e la corda ed è una pasticciona con cerchio e clavette, ma tutto sommato se la cava bene. Una cosa poi è certa: di tutti gli sport che ha provato fino a quel momento, la ginnastica ritmica è il suo preferito. E’ questo lo sport che fa per lei.
Eppure dopo un anno l’ha abbandonato.
Come gli altri.
Per la precisione l’ultima lezione l’ha seguita a maggio. Perché a giugno c’era un saggio in cui lei si sarebbe dovuta esibire, insieme alle sue compagne, davanti a tutti.
Ma perché ogni sport deve avere un maledettissimo saggio a fine anno?! Non ci si può godere lo sport per quello che è, senza dover costruire ogni volta una coreografia da mostrare a genitori e parenti? L’insegnante di ginnastica ha tentato di convincere Valentina e i suoi genitori a non mollare, ma Valentina è irremovibile. No, no e no, io quel maledetto saggio davanti a tutti non lo faccio!

Vent’anni dopo.
Valentina è a teatro.
Sul palco.
Davanti a un centinaio di persone.
E recita.
Sono ormai due anni che frequenta un corso di teatro e, mentre nella prima commedia si è molto divertita ad interpretare la parte di una vecchia tirchia e rompiscatole, adesso sta sperimentando una nuova esperienza. Non con la compagnia del suo corso, ma con la compagnia di una comunità parrocchiale, e si sta cimentando nel ruolo di una giovane lady inglese bella e ricca. Il suo è il personaggio meno comico degli altri ed è per questa ragione che lei si deve impegnare molto per cercare di caratterizzarlo e renderlo il più interessante possibile. Ha ragione il suo amico/maestro: “Non esiste un ruolo più o meno importante, bello o difficile, ma esiste solo un bravo attore”. Se sei un bravo attore allora puoi rendere interessante qualsiasi personaggio. Valentina non è una brava attrice, anzi, non è un’attrice, ma ci prova e soprattutto si diverte a farlo.
Molte persone le chiedono: ma non ti vergogni a recitare davanti a tutti? Non hai paura di dimenticare le battute?
La verità è che Valentina, prima di entrare in scena, è eccitata. Non prova vergogna, paura, disagio. E’ eccitata e felice. Si sente viva. E quando entra in scena quell’eccitazione si fonde con il suo personaggio e lo rende reale. Valentina eccitata sul palco diventa il personaggio che interpreta. Condividere il cocktail di emozioni indescrivibili che tutto questo scatena con la sua famiglia ed i suoi amici è la parte più bella della sua vita di “attrice”, ma quando qualcuno che non conosce le dice che è stata brava allora questo non ha prezzo.
Recita, Valentina, davanti a quel pubblico, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Come se lo avesse sempre fatto. Come se chiunque potesse sentirsi a proprio agio in un contesto simile. Come farsi un bagno a mare in una calda giornata d’estate, o come un bambino che mangia il gelato, o come un gatto che si accoccola ai piedi del letto. Tutti si chiedono come fa. Come fa ad essere così naturale e a proprio agio lì su quel palco.
Davanti a tutti.
Anche Valentina se lo chiede e non è sicura di avere la risposta. Non è sicura di aver davvero capito come è potuta diventare così disinvolta quando si bloccava davanti ad un saggio che chiunque era invece in grado di sostenere. Però qualche idea se l’è fatta…
La verità comunque è che ora a Valentina importa solo che quando il sipario si chiude e lei esce poco dopo ad accogliere gli applausi del pubblico, è felice e non ha timore di guardare tutte quelle persone negli occhi, finalmente, dopo lo spettacolo.

1 commento:

  1. Questo post l'ho scritto per me ed è uno di quegli scritti che considero abbastanza personale.
    Ma l'ho pubblicato per i miei tantissimi amici che vengono a vedermi a teatro, senza perdersi uno spettacolo. E' un altro modo per dire grazie. VI VOGLIO BENE!!!

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