domenica 24 aprile 2011

Riflessioni sulla Pasqua

Ci sono moltissime riflessioni da fare sulla Pasqua e sul Nuovo Testamento in generale.
Come ogni anno, in questo periodo, ho aperto il Vangelo per leggere gli eventi pasquali narrati dai quattro evangelisti. Quest'anno ho notato qualcosa di diverso rispetto agli altri anni: i miei appunti. L'ultima volta che ho letto il Vangelo, alla ricerca delle risposte alle domande pubblicate nel post "Nonostante il Vaticano", ho scritto accanto ai versi quello che mi passava per la mente: domande, riflessioni. Poi non ci avevo più badato, finchè non le ho ritrovate in questi giorni. E' stato interessante e stimolante, ma per ovvie ragioni non possono mettermi a riflettere in uno stesso momento su tutte quelle cose. Il Vangelo è meravigliosamente spunto di infinite riflessioni e vi si può stare sopra a meditare per tutta la vita senza aver comunque terminato. A dir poco fantastico...
Quello che però mi ha colpito di più quest'anno è una frase di Gesù che avevo sottolineato e che non si ritrova negli avvenimenti pasquali, bensì in Matteo 12,7.
Misericordia io voglio e non sacrificio.
Qui la frase è legata al riposo sabatico ed al fatto che Gesù spiega che il sabato (giorno di riposo) è stato fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato. Ma quanti spunti ci sono in questa frase. E' una di quelle frasi che riassumono tutti gli insegnamenti di Gesù.
Alcuni miei amici mi chiedono perchè a volte faccio i fioretti, i piccoli sacrifici, che senso ha. Io rispondo, ma devo ammettere che a volte la stessa domanda me la sono posta anche io.
Personalmente non faccio fioretti che vogliono essere voti per chiedere qualche grazia in cambio. Li faccio semplicemente per offrire un piccolo sacrificio a Gesù. Rinuncio per esempio a mangiare i dolci che amo tanto e lo faccio soprattutto nel periodo di Quaresima.
Perchè in Quaresima credo sia semplice da capire. Per essere vicini a Gesù quando si è ritirato nel deserto a riflettere, in seguito al suo battesimo, per 40 giorni e 40 notti, senza mangiare nè bere. Per essere vicini a Gesù nella sua Passione. L'ultima cena di Gesù ci fu di giovedì e lui non mangiò più nulla fino alla morte, per questo il Venerdì Santo si osserva il digiuno.
Ma perchè fare fioretti anche durante il resto dell'anno? Perchè se si soffre o se si è irritati si offre quel dolore e quel fastidio a Gesù?
La mia risposta personale è che senza il sacrificio non si capisce il senso della vita e non solo di quella cristiana. Sono assolutamente convinta che senza il dolore non sapremmo riconoscere la gioia, senza la sfortuna non vedremmo i privilegi, senza la morte non apprezzeremmo il dono della vita. Basti vedere la generazione dei nostri genitori, che è dovuta essere (per necessità) assai più dedita al sacrificio di quanto lo siamo noi. Senza i loro sacrifici non avrebbero ottenuto i benefici di cui oggi godono e non sarebbero stati in grado di apprezzarli. Noi oggi godiamo gratuitamente dei sacrifici loro e infatti spesso non li apprezziamo. Non li vediamo anche dove ci sono. Io ho imparato il valore delle cose quando non le ho potute avere subito e quindi le ho dovute anelare. Quando poi quelle cose sono arrivate ne ho avuto molta più cura.
Ecco cos'è per me il sacrificio e perchè è importante. Eppure io stessa a volte mi chiedo quanto davvero a Dio sia grato.
Infatti Gesù va oltre. Al popolo di Israele, che segue riti sacrificali secondo quanto riportato nel Vecchio Testamento, Gesù dice che a lui non interessano tanto i sacrifici quali il digiuno o l'uccisione di un agnello. Ciò che Gesù chiede, CI chiede, è la misericordia.
La definizione di misericordia che si trova sul vocabolario è compassione verso le miserie altrui.
Misericordia nei confronti degli altri essere umani e nei confronti di tutto il creato. Quanto la misericordia è legata al nuovo comandamento di Gesù: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Quanto è legata al concetto di perdono: perdona al tuo nemico non fino a 7 volte, ma fino a 70 volte 7 (cioè sempre). La misericordia è l'amore che Gesù ci ha insegnato. E' il sentimento a Lui più caro.
E la misericordia richiede un grandissimo sacrificio per noi essere umani che invece tendiamo sempre alla miseria dell'animo. Perchè è più facile digiunare il venerdì, immolare un agnello o rinunciare a qualcosa di pratico che ci piace tanto, ma è molto più difficile amare un nostro fratello, soprattutto se ci ha fatto un torto. Perdonarlo. Tanto più nella società egoistica in cui viviamo oggi. Quanto è difficile provare compassione verso i poveri, gli extracomunitari, le prostitute, verso tutti gli ultimi della nostra società. Quanto è difficile fare concretamente qualcosa per migliorare quel piccolo angolo di mondo che ci è stato affidato (che non corrisponde all'orticello da curare a scapito del vicino!) E' estremamente difficile non tanto perchè tendiamo a fare del male, quanto perchè tendiamo a fare omissione, a fare finta di non vedere i poveri e tutti i bisognosi che invece necessitano del nostro aiuto. E non c'è neanche bisogno di andare a cercare gli ultimi della terra, basta mettersi al volante della propria auto per scoprire quanto è difficile, innaturale, provare misericordia per noi essere umani.
Gesù dice che vuole misericordia e non sacrificio, ma io credo che provare misericordia sia per noi il sacrificio più grande. Forse è proprio questo il fioretto, il voto che dovremmo offrire a Gesù, non solo in tempo di Quaresima. Anche quando chiediamo una grazia, forse saremmo più ascoltati se offrissimo misericordia piuttosto che l'astinenza dai dolci o dalla carne.
Questo io credo, che se diciamo di essere cristiani, allora dobbiamo imparare a provare misericordia.

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